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Regole e bambini come nel gioco dell'oca

Regole e bambini come nel gioco dell’oca

 

Bentornata sul blog!

 

Oggi voglio parlarti di come impostare delle regole  per i bambini.

 

Ai nostri occhi sembra tutto chiaro, ma tante volte per i bambini non è così! Finiamo per essere scocciati e dire “mi sembra ovvio, no? Per fare questa cosa si fa così, così e così!” o “quante volte devo ripetertelo?”.

 

Di natura occorre ricordare che tendiamo ad essere abitudinari e ci piace sentirci sempre al sicuro. In questo concetto rientrano anche le regole.

 

Spesso ho scritto “poche regole chiare”, come lo trovi in molti siti montessoriani e di pedagogia.

 

Ma cosa significa esattamente?

 

Mettere delle regole è uno tra i temi cruciali per i genitori ed educatori. Tutto dipende dalla modalità con cui noi le comunichiamo.

Se con il rimprovero non sortirà un buon effetto, se è in una modalità rispettosa di sé e dei suoi bisogni, educando ad un senso di responsabilità, verrà invece accolta dal bambino.

 

I rimproveri, le minacce velate o i ricatti morali servono solo all’adulto per manifestare il suo potere nei confronti di chi è più piccolo perché si confonde il rispetto con il timore e così abbiamo bambini ubbidienti che appena avranno l’occasione vorranno trasgredire e la nostra rabbia aumenterà.

 

Bambini senza dei confini chiari e delle regole che riguardano il buon senso, crescono disarmonici, egocentrici e mal tolleranti verso la frustrazione. Se le regole ti stanno strette, le mal tolleri, pensi siano una costrizione che non permette la tua libertà o quella di tuo figlio, sicuramente per la “teoria dello specchio” le vivrà come te: male! Non avendo confini chiari, i bambini faticano anche ad empatizzare e sintonizzarsi, perché i lobi frontali del cervello che producono cortisolo, ormone dello stress e dell’ansia sono accesi. Assistiamo per questo con sempre maggior frequenza a bambini iperattivi.

 

Bambini con delle regole chiare e semplici che riguardano la sicurezza, l’armonia e il buon funzionamento familiare crescono sereni e rispettosi. Per loro le regole saranno qualcosa di normale che fa parte della vita. Se hanno un conflitto con le regole, e quindi con il concetto di autorità (intesa come una guida sana che ci accompagna nella vita), faranno più fatica ad accettarle, a tollerare la frustrazione e a relazionarsi (perché vogliono che tutto sia come dicono loro). Tutto questo è veicolato da come tu adulto vivi le regole.

 

Il segreto è saper empatizzare con il bambino, conoscere le proprie emozioni e verbalizzarle per accompagnare tuo figlio a gestire la propria emotività.

 

Se vede te che perdi la pazienza perché è tre volte che ti chiede la stessa cosa, come pensi che si porrà quando gli chiederai tre volte la stessa cosa?

 

Vogliamo figli inquadrati, perfetti e che facciano ciò che diciamo noi! Peccato che siano umani e non robot!

 

Ci dimentichiamo di dare loro amore e dimostrare il nostro affetto, di essere accoglienti con loro. Temiamo che questo significhi “viziare”, “fare da zerbino”, “cedere troppo ai capricci”. Quindi con facilità passiamo alla sponda “uno schiaffo non ha mai fatto male”, “piangere fa fare i polmoni” e chi più ne ha di modalità che fanno crescere duri e forti più ne metta.

 

Quelli che indichiamo come capricci in realtà sono dei bisogni non accolti, non espressi. Sta a noi adulti accompagnare il bambino a tirarli fuori, aiutarlo a risolverli e ad a esprimerli in modo sano in primis per sé stesso, senza arrivare a fare chissà che tuffi a terra e che urli da tenore per ottenere ciò di cui hanno bisogno o sentirsi rispettati. La chiave è entrare in sintonia con i suoi veri bisogni. Dire per esempio “Hai proprio ragione ad essere arrabbiato!” porterà a sentirsi compreso e accolto, piano piano capirà che si può fidare di te, avrà stima di te, e seguirà volentieri le regole richieste.

 

Per natura i bambini sono collaborativi e vogliono imparare le regole.

 

Vogliono imitare l’adulto che stimano e sentono come un modello di riferimento, quindi riordinare, collaborare e fare da solo. Vogliono ascoltarci a patto che rispettiamo e ascoltiamo e accogliamo i loro bisogni. Il nostro compito è accogliere le loro emozioni e i loro veri bisogni, mostrando come prendere le situazioni della vita come occasioni di crescita (non di lamentele!) e accompagnandoli a trovare la soluzione migliore!

 

Sì, Ilà, ma cosa c’entra il gioco dell’oca?

 

Come ho scritto all’inizio dell’articolo “poche regole chiare”, abbiamo visto l’importanza delle regole e che siano poche. Come vedi, altro elemento fondamentale e non ultimo per importanza è la chiarezza nel dire qualcosa, spiegare, dare delle regole per un buon funzionamento.

 

Nella mia esperienza con bambini e con adulti ho potuto constatare che essere chiari sin dal principio, favorisce una buona relazione, evita malintesi e dà rassicurazione. Essere efficaci nella comunicazione, parlare in modo semplice e comprensibile a tutti è l’obiettivo della comunicazione. «Come posso spiegarmi affinché chi ho davanti comprenda?». Parlare chiaro è un processo di organizzazione del pensiero a cui tutti possiamo allenarci. Ovviamente la differenza la fa come diciamo le cose.

 

Quindi, Ilà, cosa devo tenere in considerazione per spiegarmi al meglio?

 

Tante volte con i bambini ci capita di perdere la pazienza ed esordire con frasi come “dai, non è difficile!”, “mi sembra chiaro, no?”, “può essere che non capisci?” e compagnia bella. Non c’entra il bambino in questione (che deve prendersi anche queste parole!). Proviamo ad invertire il punto di vista! E se fossi stato tu a non essere chiaro o come spesso accade a dare per sottinteso 1357 passaggi che erano ovvi nella tua testa? Il bambino funziona diversamente da te, adulto. Spesso ce ne dimentichiamo, purtroppo!

 

Nel dire una regola o spiegare cosa è importante spiegare ogni passaggio, come se il tuo interlocutore non sapesse nulla. Anche se la persona con cui parli dovesse sapere qualcosa, è sempre bene ripetere e spiegare ogni passaggio nel dettaglio perché rassicura e crea fiducia. Questo vale sia per i bambini, che per gli adulti (lo vedo molto nelle mie formazioni, quanto fa sentire a proprio agio spiegare prima di ogni attività cosa andremo a fare)!

 

Proprio come nel gioco dell’oca (o qualunque altro gioco da tavolo preferisci o ricordi meglio!), prima di iniziare a giocare si spiegano tutte le regole in ordine: tutte le cose che si fanno una alla volta.

 

Una volta che il bambino conosce le regole, sa come giocare ed entro quali limiti muoversi. Il bambino sarà più tranquillo e più predisposto a collaborare.

 

Tener presente questa metafora ti ricorda l’importanza di essere chiari, coerenti e rispettosi della natura dell’altro e del bambino.

 

Un abbraccio! Al prossimo articolo!

Ilaria Cichetti – Tata Montessori

 



 

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